“A CASA NOSTRA Cronaca da Riace” di Rizzo e Bonaccorso – modelli di accoglienza e controinformazione
di Marta Cutugno
“…A Casa Nostra Cronaca da Riace” è stato presentato martedì 17 settembre a La Feltrinelli Point di Messina, tappa di un tour che dal 12 settembre ha portato i due autori, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, in dieci città italiane da Milano a Trapani. La graphic novel con i testi di Rizzo e i disegni di Bonaccorso , (collaborazione di Fabio Franchi, Lettering di Luca Bertelè) è edita da Giangiacomo Feltrinelli Editoreper la collana Feltrinelli Comics curata da Tito Faraci. A moderare l’incontro messinese, la giornalista Anna Mallamo che, in apertura, ha sottolineato la preziosità di un testo necessario quale Cronaca da Riace definendolo “un dato di realtà che salteremmo se corroborato da cifre, da numeri, se parte di un grafico arido o di una inchiesta giornalistica tradizionale, ed invece ci viene restituito con un’altra evidenza, con un’altra forza”.
Qual è il futuro di chi sbarca a casa nostra? Cosa accade dopo? A Casa Nostra racconta tre distinti esempi di accoglienza, dal modello Riace, noto in tutto il mondo, attaccato e smantellato, a Gioiosa Ionica, luogo virtuoso di accoglienza ancora esistente, fino alla baraccopoli di San Ferdinando. Un percorso che arriva dopo il reportage a fumetti “Salvezza” e l’esperienza compiuta da Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso a bordo della nave Aquarius a novembre 2017.
“Salvezza è nato – racconta Marco Rizzo – quando ci siamo resi conto di quante cose imprecise e sbagliate venissero divulgate sul mondo delle ONG che io, personalmente, conoscevo da giornalista solo ed esclusivamente per gli sbarchi, dal molo. Dall’esperienza nei centri di accoglienza era nata, invece, “L’immigrazione spiegata ai bambini”, come opera sul campo”.
Per “A Casa Nostra” è andata allo stesso modo. “Abbiamo deciso di andare a vedere di persona cosa stesse accadendo realmente in Calabria, la regione d’Europa con il più alto tasso di disoccupazione. Abbiamo studiato le carte, ci siamo documentati ed abbiamo incontrato tante persone e Mimmo Lucano e, ancora una volta, ci siamo trovati davanti ad una sistematica costruzione del nemico”.
Tra le pagine di questo testo per adulti e bambini anche un’intervista a Lucano e molte testimonianze dirette di migranti e di coloro che operano in questa dura realtà che unisce storie di speranza al racconto di torture e di grandi, indimenticabili sofferenze.
“Il nostro lavoro è un po’ prendere e ridare – afferma Lelio Bonaccorso– come nella vita. Se prendi solamente distruggi quello che hai intorno. Se dai soltanto, distruggi te stesso ed è bene trovare un equilibrio. In questi anni, abbiamo avuto la possibilità di arrivare a tante persone, dalle scuole per raccontare di mafia, di immigrazione fino ad altri importanti luoghi e circostanze, come è stato per l’Aquarius, per dialogare con persone che erano state torturate, stuprate, abusate e raccogliere testimonianze e dettagli che, probabilmente, non avrebbero dato davanti ad una telecamera. Per “A Casa Nostra” abbiamo tentato di dare risposte andando sul posto. Il modello Riace è riuscito a dare linfa vitale a un territorio, a fare in modo che la gente potesse restare e lavorare, a ripopolare abitazioni. Un sistema che ha funzionato e che ha dato fastidio”.
Calabria, terra di migranti e di immigrati partendo da Riace, da quel “sorridente paese fantasma”. Bonaccorso racconta il perché della mancanza di colore nelle sue tavole: “La Calabria la conosciamo tutti, terra bellissima con distese di ulivi ed ecomostri, scheletri di cemento, una regione meravigliosa sistematicamente devastata. Come potevo, dunque, riportare, ricreare questo shock a livello grafico? iniziando col colore e troncandolo improvvisamente dopo le prime sei pagine. Volevamo evidenziare questo senso di pesantezza che avvolge tutto il paesaggio e quello che ho sentito, che non era colorato”.
Siamo dunque davanti ad un nuovo importante esempio di Graphic Journalism, al servizio della dignità umana che, direttamente sul campo, onora la verità delle cose, induce alla riflessione e diventa strumento di sana e corretta informazione.
Marco Rizzo conclude: “Oggi, le informazioni sbagliate, false e tendenziose vengono date dai più blasonati media ufficiali, dai talk shows ed alcuni politici addirittura vivono di questo. Noi, nel nostro piccolo, coi nostri “timidi giornaletti” proviamo a fare controinformazione”.
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Giornalista e scrittore, Marco Rizzo ha sceneggiato graphic novel su Peppino Impastato, Ilaria Alpi, Mauro Rostagno, Che Guevara, Jan Karski e Marco Pantani. Autore di saggi e inchieste, ha collaborato fra gli altri, con “La Lettura”, “L’UNità” e “Wired” e ha scritto le fiabe di impegno civile La mafia spiegata ai bambini, L’immigrazione spiegata ai bambini e L’ecologia spiegata ai bambini. Da poco ha pubblicato il suo primo romanzo, Lo scirocco femmina. Nel 2018 per Felitrinelli è uscito Salvezza, realizzato con Lelio Bonaccorso.
Lelio Bonaccorso, su testi di Marco Rizzo, ha disegnato Peppino Impastato un giullare contro la mafia, Primo, Jan Karski, Que viva el Che Guevara, La mafia spiegata ai bambini, L’immigrazione spiegata ai bambini, The Passenger e Salvezza. Bonaccorso è, inoltre, autore con Fabio Brucini, di Sinai, reportage a fumetti realizzato fra le tribù beduine dell’Egitto. Con Loulou Dedola ha pubblicato Le père turc, per la casa editrice d’oltralpe Glénat. Sempre come disegnatore, ha collaborato tra l’altro con Marvel, DC Comics, Sergio Bonelli Editore e Disney.